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Segnalazioni

 

Effetti collaterali di un'ordinanza fotocopia - Selvazzano, 11/3/2010

L'ordinanza in questione è la cosidetta 'ordinanza antiaccattonaggio' che la giunta leghista di Selvazzano ha fotocopiato da quella del sindaco Bitonci di Cittadella.  Ma qualcosa è andato storto. Sull'argomento Giovanni Tognana, nostro ex concittadino,  ci ha mandato alcune considerazioni che potete leggere  qui di seguito, e che costituiscono la continuazione di un discorso iniziato già da qualche tempo (v. la pagina L'elemosina e l'influenza P).

  

Il decoro della solidarietà

 

Gentile Circolo del PD,

vi ringrazio per aver pubblicato sul vostro sito la lettera riguardo l’ordinanza del Sindaco di Selvazzano Dentro che vietava l’elemosina.

Desidero informare del seguito della vicenda.

Nei giorni successivi una Associazione che difende i diritti dei più deboli, in collaborazione con alcuni cittadini di Selvazzano e con un Avvocato, si è impegnata a costruire un documentato ricorso al TAR chiedendo la sospensione di tale provvedimento.

Il Tribunale, in data 4 marzo 2010, ha accolto tale ricorso e ha ribadito che l’ordinamento vigente non consente la repressione della mendicità che si risolve in una semplice richiesta di aiuto e che l’interesse pubblico appare sufficientemente salvaguardato dalle norme nazionali che sanzionano la mendicità invasiva connessa a comportamenti illeciti o all’impiego di minori.

Il TAR ha espresso anche dubbi sulla legittimità costituzionale di uno specifico articolo del decreto “Maroni” dove viene prevista la possibilità, per il Sindaco, di adottare ordinanze prive del carattere della contingibilità ed urgenza. La questione diventa ora di interesse nazionale. Potrebbero decadere decine di ordinanze, emesse da tanti Sindaci in prevalenza del Nord-Italia, costruite tutte intorno a concetti come il “decoro” e la “sicurezza” ma calpestando valori costituzionale come l’uguaglianza dei diritti e la dignità delle persone, in particolare delle più deboli e indifese.  

Al di là degli aspetti giuridici  e dell’uso strumentale che della questione ne fanno molti politici, credo sia importante sottolineare una questione, che a molti appare ovvia  ma che forse è meglio ribadire: si tratta di combattere la miseria e la povertà, offrendo alle persone una possibilità di riscatto, non di punire i poveri per la loro condizione. 

Sono sicuro che le tante organizzazioni sociali che operano nel territorio padovano, di ispirazione cristiana e non, condividono questa impostazione. Tutti possiamo fare qualcosa. Per esempio, quando incontriamo una persona che ci chiede la carità possiamo orientarla ai servizi disponibili sul territorio (a tale riguardo il comune di Padova ha realizzato la guida "Un aiuto concreto a chi è per strada" che può essere scaricata dal sito www.padovanet.it).  

E’ più decoroso un Comune dove si invita una persona in difficoltà ad andare alle cucine popolari per un pasto caldo, un sorriso e una doccia o dove i vigili la bloccano per una multa, quasi si trattasse di un’auto in sosta vietata?

Sono fiducioso che, se guardiamo dentro noi stessi con autenticità e liberandoci dei tanti slogan e pregiudizi che si sono depositati in questi anni, possiamo trovare la risposta.